Onorevoli Colleghi! - La produzione di proteine vegetali in Italia ha un ruolo strategico per lo sviluppo di un'agricoltura basata sulla qualità degli alimenti e sulla tutela dell'ambiente rurale; tale produzione deriva prevalentemente dalle farine di estrazione dei semi oleosi, dai foraggi essiccati o disidratati e dalla granella di piante proteiche (favino, pisello proteico).
      La produzione di semi oleosi ha già subìto in Italia una contrazione del 50 per cento negli ultimi anni, in conseguenza delle riforme introdotte da Agenda 2000, che aveva previsto l'allineamento dei pagamenti diretti a quelli dei cereali.
      La riforma della Politica agricola comune (PAC) prevede la trasformazione di tutti i pagamenti diretti in un regime unico di pagamento e ciò genera una minore convenienza alla coltivazione dei semi oleosi e delle piante proteiche, che rischiano quindi una ulteriore riduzione della superficie investita.
      La riforma del settore dei foraggi essiccati, prevista dal regolamento (CE) n. 1786/2003 del Consiglio, del 23 settembre 2003, comporta una riduzione dell'aiuto alla produzione di foraggi essiccati o disidratati; si tenga inoltre presente che i semi oleosi, le piante proteiche e i foraggi da destinare alla essiccazione o alla disidratazione

 

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rappresentano colture insostituibili nella rotazione delle zone non irrigue dell'Italia centro-meridionale e nella rotazione delle zone irrigue e non irrigue del nord Italia.
      Il produttore agricolo rischia di non trovare alternative produttive nell'ambito delle colture da rinnovo e questa situazione può provocare gravi rischi di abbandono o di depauperamento dei terreni a causa della monocoltura di cereali, mentre la permanenza dei semi oleosi, delle piante proteiche e dei foraggi da destinare all'essiccazione o alla disidratazione ha una fondamentale finalità di mantenimento del reddito e di tutela ambientale, tramite lo sviluppo di rotazioni e il minore utilizzo di input chimici.
      La strategia di approvvigionamento di proteine vegetali da parte del nostro Paese è attualmente basata sulle importazioni dal mercato mondiale di soia o della sua farina di estrazione, essendo tali produzioni deficitarie in Italia, e questo presenta aspetti problematici soprattutto in riferimento agli organismi geneticamente modificati.
      Uno degli obiettivi fondamentali della riforma della PAC è lo sviluppo di una agricoltura compatibile con la salvaguardia dell'ambiente.
      È pertanto necessario incentivare soluzioni che permettano non solo di ridurre il deficit proteico del nostro Paese e dell'intera Unione europea, ma di aumentare le superfici coltivate migliorandone la capacità produttiva unitaria in termini di proteine, in coerenza con le linee guida dello sviluppo sostenibile e della tutela dell'ambiente e del territorio.
      Con la presente proposta di legge si intendono supportare programmi di innovazione tecnologica, potenziamento strutturale e adeguamento degli impianti alle normative sanitarie comunitarie e di protezione dell'ambiente, di rafforzamento strutturale delle imprese, di ricerca e di sviluppo tesi al miglioramento qualitativo delle produzioni, nonché, ai sensi del regolamento (CE) n. 1257/1999 del Consiglio, del 17 maggio 1999 (che, a decorrere dal 1o gennaio 2007, sarà in gran parte sostituito dalla nuova disciplina introdotta dal regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre 2005), azioni tese al contenimento dei costi di produzione e all'incentivazione dell'utilizzo a fini energetici delle produzioni agricole, nei settori dell'essiccazione e della disidratazione dei foraggi verdi.
 

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